IL VIAGGIO (pres. di Roberto Bano)

Come in Sikh, la prima di queste storie, il fotografo è bravo a non apparire. Non appare nelle immagini, perché non usa artifici o inquadrature troppo spinte, usa una neutralità di immagine, una sincerità che ci lascia concentrare sulla realtà.
Da Sikh sono passati quattro anni, ma Andrea non ha smesso di raccontare (fotograficamente) altre storie, anzi, penso proprio abbia preso gusto nel farlo. E penso che il suo progredire sia continuo.
Gli piace fotografare, gli piace conoscere.
Senza il secondo aspetto, il primo appartiene più al caso che al progetto. Quindi studia, si informa, conosce, entra. Da dentro racconta.
Andrea viaggia stando fermo, si carica di energia potenziale, di potenziale narrativo.

Le storie.
Ma davvero succede? Dove? Ma si suona, si canta? È un gospel?
Passato lo stupore iniziale che si prova nel guardare le fotografie, nell’immaginare i luoghi, luoghi “nei quali” e luoghi “di provenienza”, si iniziano a fare i confronti, a trovare le similitudini, gli elementi ricorrenti.
Il primo di questi elementi unificatori, quello che non si vede, è il viaggio al contrario di persone che sono arrivate fin qui e che qui praticano il loro credo religioso (fuori dal loro paese, non così semplice oggi e nemmeno in passato). Poi c’è la Scrittura, il canto, l’assemblea.
Cambiano i modi, ma nella sostanza tutto questo succede anche nelle nostre chiese.
E di nuovo ci stupiamo, se non ce ne siamo accorti prima.

Infine, c’è una foto. É il viaggio nell’età: un anziano che veste un bambino, passandogli una consegna generazionale. Quale foto meglio di questa avrebbe potuto aprire e sintetizzare il senso della mostra?

ROBERTO BANO

SIKH-©ANDREATOGNOLI
SIKH-©ANDREATOGNOLI
SIKH-©ANDREATOGNOLI
SIKH-©ANDREATOGNOLI

Le fotografie di questa serie sono state scattate al tempio Sikh di Cortenuova, il Gurdwara Singh Sabbha (così si chiama il tempio) è frequentato da circa 3.000 fedeli ogni Domenica ed è il più grande d’Europa.

Nella fotografia il nonno mette al nipote il dumalla (turbante) in un momento di particolare intimità e  solennità che simboleggia una sorta di passaggio generazionale. Il popolo sikh é particolarmente legato alla sua religione e alla sua cultura.

Nella seconda fotografia ci troviamo nella sala principale del tempio dove si trova l’altare sul quale viene posto il libro sacro. Una fedele sta per iniziare le preghiere.

A seguire un’immagine di un momento della cerimonia domenicale. Ogni domenica al Gurdwara si recano circa 3.000 sikh (1.000 persone in piu’ degli abitanti del comune che ospita il tempio) per pregare e socializzare, aiutarsi e insegnare ai bambini di seconda generazione lingua e religione.

In fine una sposa offre un dono di di ringraziamento di fronte all’altare. Il bracciale che indossa e’ un gioiello tipico che le spose indossano nel primo periodo di matrimonio.

ORTODOXIA-©ANDREATOGNOLI
ORTODOXIA-©ANDREATOGNOLI
ORTODOXIA-©ANDREATOGNOLI
ORTODOXIA-©ANDREATOGNOLI

La parrocchia ortodossa romena “SAN GERARCA ANDREI SAGUNA” si trova a Romano di Lombardia,ospitata presso la chiesa di San Girolamo alla Gasparina. La chiesetta sorge in località La Gasparina, ex casa di villeggiatura del tenore Giovan Battista Rubini, e risale al 1878 su progetto dell’architetto Luigi Vavassori.  Le immagini documentano momenti della liturgia domenicale.

Nella prima immagine una delegazione religiosa in visita a Romano, in un intenso momento di preghiera in preparazione della S. Comunione.

Nella seconda immagine Padre Valentin presenta ai fedeli il Sacro Calice che contiene la comunione per i bambini e i fedeli.

Nella liturgia ortodossa viene data la comunione a tutti i bambini fino all’età di sette anni. Raggiunta quell’età, per ricevere la comunione è necessaria una specifica e precisa preparazione.

Una donna bacia una sacra icona, mentre una bambina presenta i suoi doni all’altare con una candela in mano.

HOUR OF FAITH MINISTRY-©ANDREATOGNOLI
HOUR OF FAITH MINISTRY-©ANDREATOGNOLI
HOUR OF FAITH MINISTRY-©ANDREATOGNOLI

Hour Of Faith Ministry è un luogo di ritrovo e di preghiera di una comunità Ghanese in provincia di Brescia.
La messa inizia subito con canti a tema religioso che il predicatore Charles Sarfo Boadi, accompagnato da una vera e propria band, intona con grande energia e coinvolgimento.
La cerimonia dura circa tre ore, con letture della Bibbia alternate a prediche e canti, accompagnati da musica suonata e cantata. I fedeli si alternavano sul palco per intonare i canti.

La prima immagine racconta un intenso momento di preghiera guidato dal pastore Charles Sarfo Boadi.

Nella seconda immagine è ben visibile sullo sfondo, dietro al predicatore, la band che accompagna con musica sacra l’intera messa.

Il pastore e sua moglie ballano insieme ad una simpatica giovanissima fedele.

IL VIAGGIO
“Il Viaggio” in un percorso che va dall’India, all’Africa e alla vicina Romania, ma senza in realtà allontanarsi più di qualche chilometro da casa. Il viaggio inteso come curiosa scoperta di ciò che ci sta attorno, abbandonando i pregiudizi e restando in ascolto, con rispetto e umiltà. Attraverso queste poche immagini l’autore ci accompagna in una visione che suggerisce più similitudini che differenze. La sua fotografia non vuole dare risposte ma stimolare a farsi domande, raccontando con onestà ciò che ci circonda e che a volte non possiamo o non vogliamo vedere.

Ringraziamenti

Roberto Bano è prima di tutto un amico. Roberto Bano ha curato la mia prima mostra personale, nel 2015, ed ha sempre contribuito in modo decisivo a tutte le iniziative che mi hanno visto coinvolto.

Un ringraziamento particolare anche a Don Tarcisio Tironi, che mi ha offerto l’opportunità di condividere attraverso il MACS la mia fotografia.

Ringrazio Mirko Rossi che si è occupato della grafica ed ha presentato la mostra.

Ringrazio tutti i volontari del MACS, in particolare il Sig. Carlo, instancabile lavoratore, che ha allestito la mostra e ha deliziato tutti con i suoi racconti e le visite guidate al bellissimo museo.

Ancora una volta Roberto Bano per il suo fondamentale contributo in fase di editing e progettazione della mostra.

La mia famiglia che sempre mi supporta e mi sopporta.

 

 

Hour Of Faith Ministry

NIna Nkansah great bass player and singer

Ancora una volta una bella esperienza, ancora una volta ho trovato un pezzo di mondo dietro l’angolo di casa. Ancora una volta la mia curiosità mi ha spinto and andare un passo avanti, oltre i pregiudizi e oltre le stupide paure degli uomini piccoli.

HOUR OF FAITH MINISTRY
HOUR OF FAITH MINISTRY
Gabriel Opoku play the drum
Gabriel Opoku play the drum
Anna Opoku
Anna Opoku
Anna Opoku and Nina Nkansah
Anna Opoku and Nina Nkansah
Stephen Opoku singing
Stephen Opoku singing
Gabriel Opoku play the percussion
Gabriel Opoku play the percussion
Anna Opoku on the left, Nina Nkansah in the center and Rose Boadu
Anna Opoku on the left, Nina Nkansah in the center and Rose Boadu
Henrietta Akoto
Henrietta Akoto
The priest Charles Sarfo Boadi during his energic sermon
The priest Charles Sarfo Boadi during his energic sermon
Anna Opoku
Anna Opoku
Is the turn of Zarch Nh Kesse (in the center) to sing as soloist voice
Is the turn of Zarch Nh Kesse (in the center) to sing as soloist voice
Charles and Stephen preach together
Charles and Stephen preach together
Francis Asare Kwabena is also the sound engineer
Francis Asare Kwabena is also the sound engineer
The pastor and his wife dance with a little girl
The pastor and his wife dance with a little girl

Don’t look backward, look forward … everything go to be all right!!!
Queste le parole ripetute più volte durante la predicazione del pastore Charles.
Tra canti e cori la messa si è conclusa con una benedizione nei confronti miei e di Roberto (che mi ha aiutato con il back stage) per la quale ringrazio Charles e Francis.

Francis Asare Kwabena and his wife Evelin Asare
Francis Asare Kwabena and his wife Evelin Asare

Un ringraziamento speciale a Francis che mi ha dato questa opportunità, a Charles per la sua ospitalità, a Olivia che mi ha aiutato a capire le parole dei predicatori e infine a tutti quanti Domenica mi hanno accolto con un sorriso, una stretta di mano e una parola magica che dovremmo imparare a pronunciare più spesso: “WELCOME”.

 

Pepi Merisio OGGI

Pepi Merisio (fotografo)
©andrea::tognoli

Da ragazzini, a scuola, durante l’intervallo, giocando con i compagni di classe, si fingeva sempre di essere qualcuno. Ognuno di noi aveva i suoi eroi: qualcuno di noi si immaginava, sorvolando la città, vedere attraverso i muri, con una tutina blu con la esse di Superman sul petto; qualcun altro si sentiva forte come Hulk, l’uomo verde bruttino con una forza disumana. Ma l’eroe che andava per la maggiore era l’Uomo Ragno. L’Uomo Ragno era davvero il più gettonato. Si arrampicava sui grattaceli, catturava i cattivi con le sue ragnatele, era veloce come una mosca e li fregava sempre tutti. L’Uomo Ragno era il numero uno.

In quel periodo a casa mia c’erano sempre in bella mostra dei libri del Touring Club e spesso mi ritrovavo a sfogliarli soffermandomi in particolare sulle fotografie, che fin da allora attiravano la mia attenzione e la mia curiosità. Chissà dove erano state scattate, chissà che bello andare in tutti quei posti a fare fotografie. Il fotografo… io da grande volevo fare il fotografo.

La piccola compatta che mi regalarono per la prima comunione era sempre a portata di mano con un rullino da 24 pose pronto per essere impresso da ogni cosa che attirasse la mia attenzione. Un giorno guardavo una fotografia, e la didascalia riportava il nome del fotografo: Pepi Merisio. Mio papà mi disse che Pepi Merisio era un fotografo di Bergamo e che era nato qui vicino, a Caravaggio. Da quel momento Pepi Merisio diventò il mio chiodo fisso, il mio eroe. Io, da grande, volevo essere come Pepi Merisio; altro che l’uomo ragno!

A distanza di più di quarant’anni, oggi, 28 Ottobre 2017, io ho fotografato il mio eroe di bambino.

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